ENRICO
INTRA Ottanta!
Questa nuova produzione di Enrico Intra esce in contemporanea al suo ottantesimo compleanno, ma il contenuto potrebbe lasciarci immaginare un artista di giovane età, dalla vorace curiosità e alla ricerca di un suo percorso, che frequenta diversi ambiti espressivi per trovare il bandolo della propria matassa musicale. In realtà, se l'album possiede l'insaziabile voglia di affrontare differenti sfide musicali con l'entusiasmo (contagioso) di un giovane emergente, la musica è tutt'altro che acerba e sin dal primo ascolto rivela quella maturità e profondità di tratto che sono, sempre, il frutto di una lunga carriera ricca di esperienze di ogni genere. Enrico Intra non ha quindi perso il gusto per l'avventura musicale, anzi, questo aspetto della sua personalità è addirittura cresciuto con il passare degli anni, ma dall'alto di una rara sapienza creativa non cade mai nel velleitarismo perché Intra si muove guidato da rigore lirico, attenzione per il dettaglio, rifiuto dell'ornamentazione e, soprattutto, capacità di rendere chiare, nette, precise le sue visioni interiori. I cinque momenti musicali di cui si compone il Cd sono altrettanti tasselli di un mosaico ricco e articolato, che si apre con la Civica Jazz Band impegnata in un progetto originariamente dedicato al Sudafrica in occasione dei mondiali di calcio. Il titolo è puramente simbolico, si riferisce all'Africa intesa a livello generale e infatti i tamburi sovraincisi provengono dall'area centro occidentale del continente e si integrano magistralmente con una musica che è stata pensata come uno sviluppo di quel suono, di quella energia sia nelle parti scritte, sia negli spazi improvvisativi in cui emergono la fantasia e l'originalità di due solisti del calibro di Roberto Ottaviano e Giovanni Falzone. Una stupefacente sovrapposizione di parti, che produce l'effetto di un reale, e non immaginario, interplay, è invece quella che lega pianoforte e tastiera di Intra e il live electronics di Alex Stangoni alle "voci-suono" di Giuseppe Ungaretti di Carmelo Bene; e se quest'ultimo ha costruito la sua inimitabile arte intorno alla musicalità del suono della parola, il primo ha dato un rilievo timbrico alla lettura, quasi cancellando la comprensibilità del testo. Con Gianluigi Trovesi, il giovane percussionista Carlo Garofalo e ancora Stangoni, la cui costante presenza sottolinea il rilievo assunto dal suo operare all'interno delle più recenti proposte di Intra, la musica diventa ancora più rarefatta, si lega a rifrazioni sonore, a un attento ascolto reciproco che mira a togliere, ad agire per sottrazione per giungere a una sintesi a cui ben pochi musicisti possono oggi pervenire. Infine, i due momenti di XY, legati alla figura di Franco Donatoni, evidenziano il rapporto dialettico con l'immagine di cui il pianista e compositore milanese è stato un autentico pioniere e provengono da un concerto tenuto alla Camera del Lavoro di Milano, nella rassegna Atelier Musicale, con un organico di assoluta originalità in cui fi gurano due tra i più apprezzati specialisti europei di vibrafono e marimba. XY nasce da un lavoro ispirato da Intra agli studenti della Scuola di Cinema, Televisione e Nuovi Media della Fondazione Milano e si basa sulla realizzazione, per immagini, degli scritti di quel grande compositore che fu Donatoni contenuti nel suo libro Antecedente X. Intorno al mondo surreale, simbolico e onirico evocato dalle immagini, la musica si muove liberamente, non offre punti di riferimento, proponendosi all'ascolto per le emozioni che sa suscitare, nascoste nei più riposti dettagli sonori. La chiave generale di lettura di questo album è, in fondo, proprio questa e ci costringe a uscire dai nostri schemi di ascolto nello stesso modo in cui Enrico Intra evita il risaputo attraverso una proposta policulturale e contemporanea in cui, giunto alla soglia degli ottant'anni, mantiene ancora la vitalità e la passione di un ventenne.
Un breve accenno ... del nuovo CD ... "buon ascolto"
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