"Serenata per un Satellite"

 

GRUPPO LINEA ENSEMBLE


Pagine di guerra di Alfredo Casella (1915), per pianoforte a quattro mani, apre questa sequenza di pezzi del ‘900 classico, con un tono espressivo cupo e pesante Si tratta infatti di quattro brani pesanti per altrettanti film relativi al primo conflitto mondiale. Ascoltarli in disco, senza immagini, significa in ogni caso immergersi in un “programma” a tinte fosche, nel quale già i titoli tratteggiano paura e desolazione. Si passa così dalle violente e cadenzate sonorità del primo pezzo (Nel Belgio: sfilata di artiglieri pesante tedesca) alla spettrale e devastata staticità di fronte alle rovine della Cattedrale di Reims, in Francia.
Un ritmo incalzante, con timbri scuri ed effetti sonori aspri e dissonanti, ci fa balenare una carica di cavalleria cosacca, mentre il quadro di chiusura, in un’aura di sofferenza e sconforto ci rammenta che l’unica pace effettivamente raggiunta in guerra, è quella dei cimiteri (in Alsazia: Croci di legno).
In questo modo Casella ha inteso esprimersi sullo spaventoso conflitto in corso e l’intervento dell’Italia.
Il colore complessivo dell’incisione, evolve però nei brani successivi verso un'atmosfera più distesa e per alcuni aspetti gioiosa. Suonare è anche giocare, come d’altra parte esemplificano bene in lingua tedesca ed inglese, i rispettivi verbi: spielen e play, legati oltretutto all’idea di rappresentazione. Il pensiero, certamente, è volto ai bambini alle prime armi, per i quali lo strumento è ancora un giocattolo. Tuttavia anche gli interpreti maturi, in certo senso “giocano” sulla partitura, mettendo a frutto la loro intraprendenza e libera fantasia.
György Kurtág, in una serie di brevi pezzi per pianoforte a due e a quattro mani tratti dalla raccolta Játékok (Giochi), scritta a partire dal 1973, vuole riprodurre questa sorta di felicità infantile nel maneggiare lo strumento, sia pure senza un vero intento metodologico, con le emozioni dettate dalla progressiva scoperta dei tesori celati in musica e pianoforte: dalla gioia del movimento, al possesso sicuro dell’intera estensione della tastiera, alle sonorità che se ne ricavano.
Dal momento che si tratta di un gioco, Kurtág si diverte anche con Verdi e con Caro nome. E’ una sensazione, questa del gioco, che pare mantenersi nei brani successivi, anche quando, con Berio (Linea, 1973) dove ai due pianoforti si aggiungono il vibrafono e la marimba, esso tende a farsi ricerca.
Soprattutto in quelle che sono state definite “le magiche astuzie” di Berio, l’effetto complessivo sembra trasmettere un senso di tranquilla divagazione, nell’ambito di svariati effetti ritmico-sonori. Questo, pur trattandosi infondo di una sorta di tema e variazioni, che lo stesso Berio definisce “un’esposizione degli elementi impliciti in una melodia, solo apparentemente semplice”. Con i Cinque pezzi per pianoforte a quattro mani, di György Ligeti, composti fra il 1942 e il 1950, si ritorna a forme più tradizionali e direttamente espressive, con le quali il divertimento sconfina nella festa.
Chiara la matrice popolare, specialmente nelle Danze, con accenni anche di scala pentafonica, senza però dimenticare la presenza dotta dello Studio polifonico e la ricorrenza di schemi classici nella Sonatina.
La conclusione è affidata alla Serenata per un Satellite di Bruno Maderna (1969) eseguita con due pianoforti, vibrafono e marimba, che attraverso la sua struttura sonora assolutamente libera trasmette un’indubbia suggestione di movimento e di spazialità, in perfetta coerenza con il titolo.
E’ indubbio che questa incisione può costituire una piacevole oltre che dilettevole sorpresa per tutti quegli appassionati che in fondo nutrono ancora qualche pregiudizio verso tutta la musica del XX secolo. Come sempre, occorre conoscere per giudicare.
Bruno Gallotta




MARIA MADINI MORETTI
Si è diplomata presso il Conservatorio "G. Verdi" di Milano, sua città natale. Ha svolto intensa attività concertistica sia come solista, sia in varie formazioni camerìstiche ed in particolare nella formazione del duo pianistico, tenendo recitals e concerti con orchestra in Italia e in vari Paesi europei, anche con prime esecuzioni e partecipando a Festivals Internazionali (Parigi, Berlino, Kassel, Zurigo). Ha eseguito registrazioni per la Radiotelevisione Italiana, Radiodiffusione Francese, Radio Svizzera dì Zurigo e Monteceneri e per la Radio di San Francisco. Ha inciso per la Serenus Corporation di New York e per l’etichetta Lira Records (M.A.P.) di Milano. Da alcuni anni suona in duo con le pianiste Ada Mauri e Sumiko Hojo. Ha fondato il Gruppo "Linea Ensemble" di cui fa parte. Già docente dì pianoforte principale presso il Conservatorio "G. Verdi" di Milano, tiene regolarmente i Corsi Internazionali di Perfezionamento "Tullio Macoggi" per pianoforte e duo pianistico a Villa Monastero di Varenna.


ADA MAURI
Nata a Milano, ha studiato con Anita Porrini diplomandosi a pieni voti nel Conservatorio della sua città. In seguito si è perfezionata con Alberto Mozzati e Kurt Neumüller diplomandosi anche alla Hochschule für Musik di Salisburgo. Ha inoltre seguito corsi di clavicembalo con Emilia Fadini e di composizione con Bruno Bettinelli.
Ha svolto intensa attività cameristica e didattica (docente di pianoforte principale al Conservatorio "G. Nicolini" di Piacenza dal 1971 al 1977).
Dal 1977 è pianista titolare nell'Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, ruolo che l’ha vista impegnata anche come solista per la realizzazione di balletti e di spettacoli destinati alla divulgazione musicale; ha collaborato con importanti solisti quali M. Price, B. Cavallo, G. Davy, M. Ferrando, C. Gàyer, G. Tirincanti con produzioni discografiche, radiofoniche e televisive. Fa parte del Gruppo "Linea Ensemble".


ANDREA DULBECCO
Si e diplomato in strumenti a percussione con il massimo dei voti presso il Conservatorio "G. Verdi" di Milano. Si è inoltre specializzato in vibrafono con David Friedman. In qualità di solista e camerista si è esibito nelle più prestigiose società italiane quali: la Società del Quartetto e la Società dei Concerti di Milano, Unione Musicale di Torino, Accademia di Santa Cecilia, Amici della Musica di Perugia, Accademia Chigiana, collaborando con importanti artisti quali: A. Ugorski, M. Brunello, A. Lucchesini, P. De Maria, G. Carmignola, M. Stockhausen. Oltre alla carriera di musicista classico, svolge un'intensa attività come vibrafonista jazz, suonando ed incidendo con numerosi artisti di fama internazionale ed esibendosi in importanti Festivals tra cui Umbria Jazz e Roccella Jonica. Ha effettuato tourné in Messico, Stati Uniti, Africa ed Estremo Oriente. Fa parte del Gruppo "Linea Ensemble". Ha inciso per le etichette Splash, Egea e Lira Record (M,A.P. di Milano. E’ docente di strumenti a percussione presso il Conservatorio "G. Verdi" di Milano.


PAOLO PASQUALIN
Si è diplomato in strumenti a percussione presso il Conservatorio ”G. Verdi” di Milano sotto la guida di Maurizio Ben Omar e si e successivamente perfezionato in timpani con David Searcy. Ha collabora¬to sia con i maggiori Enti Lirico-Sinfonici quali il Teatro alla Scala di Milano, l’Orchestra RAI di Milano, l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, l'Orchestra Regionale di Firenze, l'Orchestra Sinfonica "A. Toscanini" dell'Emilia Romagna di Parma, sia con vari gruppi di Musica da Camera tra cui Sentieri Selvaggi, Aisha Quartet, il Naqqara Ensemble, i Virtuosi Italiani, il Duo Percussion Classic, il Gruppo "Linea Ensemble", esibendosi in importanti Festivals e stagioni concertisti¬che in Italia e all'estero, anche con prime esecuzioni assolute. Dal 2000 è timpanista e percussionista dell'evento "Pavarotti & Friend’s. Ha registrato per varie etichette tra cui Lira Records (M.A.P.) di Milano. E’ docente di strumenti a percussione presso il Conservatorio "G. Verdi" di Como.


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Pages of war of Alfredo Casella (1915), for piano for four hands, open the sequence of pieces of classic ‘900, with a dull and grave tone. It’s about four compositions thought for four films concerning the World War 1. Listening the CD without images, means in any case to immerse oneself in a “program” of dark colours, in witch already the titles sketch fear and desolation, from a violent and measured sound of the first composition (In Belgium: march of german heavy artillery ), to a ghostly and a devastated stability in front of the ruins of the Cathedral of Reims, from France.
A driving rhythm, with dark tones with sound dissonant and harsh effects seams to us like a charge of military Cossack, while the end description is closing with a distress and disheartness (misery) aura, reminds us that the only peace achieved in a war is the peace of the graveyards (In Alsace: Cross of wood).
In this way Casella wanted to express himself concerning the frightening conflict in progress and the Italian intervention.
But the global colour of the incision develops in the next compositions in a atmosphere more relaxed and for some aspects joyful. Playing is also having fun, as the verbs “spielen” and “play” in german and english language illustrate very well, connected what’s more with show performing. Of course, the thought is addressed to inexperienced children, for who the instrument is still a toy. However even the experienced interprets in some way are “toying” with the score, using their fantasy and imagination.
György Kurtág, in a succession of brief compositions for piano for two and for four hands from the collection Játékok (Giochi), written in 1973, wants to reproduce this kind of childish happyness in using the instrument, without a methodological intent, with emotions given by the progress discover of treasures hided in music and piano: from the joy of the movement, to the mastery of the keyboard, till the sounds is possible to obtain. By the reason of the joke, Kurtág is enjoying himself also with Verdi and with Caro nome. This sensation of the joke seams to be maintained in the next compositions, even when with Berio (Linea, 1973) we add at the two pianos the vibraphone and marimba as a progress research. Especially in those that are called “the magic trick” of Berio, the global effect seems to transmit a meaning of quiet digression, in a contest of various effects of sounds and rhythms. This means a kind of theme and variations, that the same Berio define as “an exposition of implicit elements in a melody, just apparently simply”. With the Five Pieces for Piano Four-Hands, of György Ligeti, composed between 1942 and 1950, it reverts to forms more traditional and directly expressive, what the entertainment with go beyond cross the border of the party. Very clear the popular matrix, especially in the Dances, with the indicates of the pentatonic scale, without to forget the presence learned of the Polyphonic Etude and the recurrence of the classic pattern in the Sonatina.
The conclusion is entrusted to the Serenade for a Satellite of Bruno Maderna (1969) performed by two pianos, vibraphone and marimba, that through it’s own free structure transmit an undoubted suggestion of movement and spaciousness, in a perfectly coherence with the title.
It’s undoubted that this recording can be a pleasant and delightful surprise for all the fans that in their deep have still some prejudice about all the music of XX century. As always, it’s necessary to know for being able to judge.
BRUNO GALLOTTA



 

Brani contenuti nel CD


01.
  Nel Belgio, Alfredo Casella, 1'54
02.
  In Francia, Alfredo Casella, 2'21
03.
  In Russia, Alfredo Casella, 1'28
04.
  In Alsazia, Alfredo Casella, 2'44
05.
  Hommagea Verdi, György Kurtag, 1'57
06.
  Hommage a Soproni, György Kurtag, 2'29
07.
  Hommage a Caikovskij, György Kurtag, 1'24
08.
  Hommage a Sarkozy, György Kurtag, 2'35
09.
  Hommage a Stravinsky, György Kurtag, 1'40
10.
  Manège I, Luciano Berio, 4'18
11.
  Entree I, Luciano Berio, 0'36
12.
  Ensemble I, Luciano Berio, 0'30
13.
  Manège II, Luciano Berio, 0'30
14.
  Ensemble II, Luciano Berio, 0'38
15.
  Manège III, Luciano Berio, 0'43
16.
  Ensemble III, Luciano Berio, 1'19
17.
  Entree II, Luciano Berio, 1'31
18.
  Coda I, Luciano Berio, 1'21
19.
  Coda II, Luciano Berio, 0'59
20.
  Ensemble IV, Luciano Berio, 0'23
21.
  Notturno, Luciano Berio, 1'51
22.
  Indulo, György Ligeti, 2'24
23.
  Polifon Etud, György Ligeti, 2'05
24.
  A Kapuban A Szecker, György Ligeti, 0'37
25.
  Hopp Ide Tisztan, György Ligeti, 1'13
26.
  Csango Forgos, György Ligeti, 1'13
27.
  Allegro, György Ligeti, 1'39
28.
  Andante, György Ligeti, 2'04
29.
  Vivace, György Ligeti, 2'16
30.
  Allegro, György Ligeti, 0'46
31.
  Serenata Per Un Satellite, Bruno Maderna, 4'46



Musicisti
Maria Madini Moretti, pianoforte
Ada Mauri, pianoforte
Andrea Dulbecco, vibrafono
Paolo Pasqualin, marimba



    

Un breve accenno ... del nuovo CD ... "buon ascolto"


           
 
 
           
 
György Ligeti,Drei Hochzeitstanze
"A kapuban a szecker"
 
György Kurtag,
"Hommage à Verdi"
                       
           
 
György Ligeti,
"Indulò"
 
Luciano Berio, Linea (1973)
"Manège I"
                       
           
 
Alfredo Casella,
Pagine di Guerra (1915)
"Nel Belgio"
 
                       
           
 
György Ligeti,
"Allegro"
 




Etichetta LIRA CLASSICA


Catalogo N°LR CD 0116 
Anno 2009

Produzione esecutiva Massimo Monti
Musicisti Associati Produzioni M.A.P.

Distribuzione M.A.P.




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