GIANLUCA BARBERO


Questo recital abbraccia quasi tutto l’arco di tempo nel quale si è costituito il repertorio per la chitarra esacorde: mancano, infatti, soltanto i decenni finali del secolo XVIII, che videro la coesistenza tra la vecchia chitarra a cinque ordini di corde – retaggio sopravvivente della chitarra barocca che mal si adattava alle nuove esigenze dello stile classico – e la nuova chitarra a sei corde semplici, che subito fu elevata a grande prestigio dall’arte di sommi virtuosi-compositori, che iniziarono a manifestarsi agli albori del secolo XIX. Mauro Giuliani fu uno di loro, uno dei massimi e le Gran/Variazioni/per Chitarra sola/Sopra un Tema/Savojardo/Composte/da/M. Giuliani/, pubblicate da Ricordi nel 1830, cioè un anno circa dopo la morte del compositore, costituiscono uno degli esempi più puri della sua arte.

Al polo opposto, cioè in un momento di decadenza della chitarra – spodestata dal Romanticismo e relegata negli ambiti particolari della musica da salotto – sta il ciclo di variazioni del virtuoso e compositore Julián Arcas, spagnolo di Almeria, che esemplifica perfettamente uno degli aspetti del romanticismo: il folclorismo esotizzante. La canzone adoperata da Arcas per le sue variazioni viene citata anche da Glinka e, più tardi, entrerà a far parte del ciclo della Siete Canciones per voce e pianoforte di Manuel de Falla. Notevolissimo, nel brano di Arcas, il connubio fra modalità e tonalità, anticipatore di procedimenti armonici che verranno ripresi in pieno Novecento da altri compositori spagnoli.

Nel pieno della stagione romantica della chitarra si colloca invece la musica di Johann Kaspar Mertz, ungherese di nascita e viennese di residenza, un virtuoso che, nella raccolta intitolata Bardenklänge, indossa i panni dell’antico cantore celtico, evocando con la sua arte di chitarrista un mondo perduto, di remote radici ossianiche. I tre brani di questo programma manifestano aspetti diversi della sua ispirazione: quello autobiografico e sentimentale (Romanze), quello fantasticante (Scherzo) e quello folclorico (Tarantelle). Il suo modo di scrivere per chitarra, pur collocandosi nella scia del modello pianistico, dà luogo a una sonorità particolare, che evoca tanto gli strumenti ad arco della musica popolare ungherese quanto l’arpa.

Il Novecento è introdotto dalla breve, incisiva, drammatica Sonatina di Carlos Surinach, che riduce gli elementi formali della sonata allo stretto necessario, con esattezza geometrica: le sezioni sono semplificate al massimo e accostate come parti di una composizione cubista. Le scale modali del cante jondo costituiscono la base della Sonatina, che tuttavia non mira a rievocazioni popolareggianti, e punta anzi verso una depurata, ascetica riflessione musicale, anche nei tempi serrati della danza. Surinach ha fatto buon uso della grande lezione di Falla, il cui influsso è chiaramente percettibile, pur senza risultare soverchiante nei riguardi della forte personalità del compositore.

Un approccio rigoroso e nello stesso tempo creativo nei confronti della musica popolare si manifesta nelle Tre Canzoni Piemontesi di Carlo Mosso, compositore torinese dall’indole severa e dal raffinato mestiere. Con uno spirito di osservazione bartokiano, egli rispetta la natura modale delle melodie e, invece di forzarne l’armonizzazione verso alieni contesti tonali, crea attorno ad esse sfondi preziosi per la loro squisita pertinenza e per il loro intrinseco vigore. Ne esce così il mirabile trittico incluso in questo programma, in cui la chitarra assume il ruolo del narratore di un’epica cavalleresca e, insieme, di un racconto popolare.

Tratti dalla collezione dei sessanta Studi di virtuosità e di trascendenza, i due pezzi di Angelo Gilardino qui incisi rendono omaggio all’arte di due maestri della pittura: Francisco Goya y Lucientes, genio universale che fece dell’immagine visionaria un possente strumento di chiaroveggenza e di dolente critica al mondo e alle sue atroci miserie, ed Eso Peluzzi, appartato maestro del Novecento piemontese, poeta elegiaco e cantore di nuage.
Angelo Gilardino



Brani contenuti nel CD


JOHANN KASPAR MERTZ
Bardenklänge op.13
1 Romanze 3.58
2 Scherzo 2.24
3 Tarantelle 4.10

CARLOS SURINACH
Sonatine
4 Allegretto 1.30
5 Andante 2.33
6 Allegro 1.42

MAURO GIULIANI
Variazioni sopra un tema savoiardo
7 Tema Allegretto 1.00
8 Variazione I 0.57
9 Variazione II 0.45
10 Variazione III 1.23
11 Variazione IV – sostenuto cantabile 1.56
12 Variazione V – presto 1.28

CARLO ANGELO GILARDINO
Studi di virtuosità e di trascendenza
13 Studio n.6 “Soledad” (Omaggio a Francisco Goya) 5.25
14 Studio n.47 “Le rose sulla neve” (In memoriam Eso Peluzzi) 4.42

MOSSO
Tre canzoni piemontesi
15 I tre prinsi – moderato 4.17
16 La pastora e il lupo – andante 1.51
17 Verdolin verdolineto – allegretto brillante (con gioia) 2.03

JULIÁN ARCAS
Punto de la habana
18 Introducción – andante moderato 2.39
19 Tema 0.31
20 Variación I 0.34
21 Variación II 0.31
22 Variación III 0.39
23 Variación IV 0.35
24 Final 0.31



Etichetta LIRA CLASSICA


Catalogo N° LR CD 106 
Anno 2005

Produzione esecutiva Massimo Monti
Musicisti Associati Produzioni M.A.P.

Distribuzione M.A.P.




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